Lotta Antimalarica

Il maestro di Massimo Sella, Giovanni Battista Grassi, aveva scoperto che l’agente patogeno della malaria era la zanzara anofele (Anopheles claviger, in Italia).
Massimo e Grassi iniziano ad occuparsi di lotta antimalarica a Fiumicino negli anni 1918-1919. In questa campagna, per la prima volta in Italia, vengono applicati rigorosi metodi curativi e moderni mezzi contro le zanzare.

La malariologia rappresenta una particolare applicazione dell’attività medica con lavoro sul campo, che porta medici e scienziati a confrontarsi anche con i problemi sociali delle popolazioni colpite dalla malattia.

Massimo continua la lotta antimalarica a Ginevra quando, nel 1920, viene chiamato dall’insigne batteriologo americano Richard Pearson Strong, Direttore dalla Lega dalle Società della Croce Rossa, a dirigere la Divisione Malarica.
Insieme a Gustavo Pittalunga, professore dell’Università di Madrid, e d’accordo con la Sanidad Publica Española, promuove, nel 1921, una campagna antimalarica a Talayuela, in Estremadura, per la Rockefeller Foundation.
Massimo in quegli anni scopre l’importanza dei pesciolini del genere Gambusia nella lotta antimalarica. Questi infatti si nutrono delle larve di Anopheles e ne fanno piazza pulita negli stagni. Massimo aveva letto articoli sugli importanti risultati nella lotta antimalarica ottenuti da Hector Haldbrook Howard con le gambusie nella regione del Mississippi e, su sua richiesta, l’Ufficio di Pesca di Washington e la Croce Rossa inviano le gambusie a Cadice, in Spagna nel 1921.

Fu Ettore Bora, cugino primo di Massimo, a curare il trasporto delle gambusie dalla Spagna all’Italia, immettendole nelle località di Lago di Porto, Ostia, paludi pontine e Vetralla.

Dal 1924, quando va a lavorare all’Istituto di Rovigno, Massimo si occupa di lotta antimalarica anche in Istria dove ottiene importanti risultati, ancora con l’aiuto di Ettore Bora che si interessa della disseminazione delle gambusie negli stagni. Bora, purtroppo, morirà a Rovigno di polmonite nel 1927.




Contatti:
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.