Page 2 - Biografia completa Massimo Sella
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Fotografare l’…Invisibile                             noforte”.
                                                              Un testo di tre fogli dattiloscritti, quasi un manuale
        Selina Sella Marsoni                                  da conservatorio, consegna serie istruzioni piani-
                                                              stiche alla figlia adolescente. In tutte le sue case, la
                                                              sera, il suono del pianoforte si spandeva attraverso

           pensieri conclusivi che il professore Umberto      le porte lasciate aperte.
           d’Ancona,  presidente  del  Centro Talassografico     Nel 2006, ben più di sessant’anni dopo il passag-
        I Italiano, scrisse in memoria di Massimo Sella nel   gio dell’Istria alla Jugoslavia e in seguito alla Croa-
        suo necrologio m’indussero a guardare alla sua vita   zia, il Comune di Rovigno, oggi Rovinj, nella persona
        sotto una nuova luce, colpita dalle giuste conside-   del dottore Marino Budicin, assessore alla Cultura,
        razioni da lui espresse nelle ultime pagine. Scrisse   venne a cercarmi, e reclamò per i suoi cittadini il
        D’Ancona: “Troppo spesso egli fu distratto da nuo-    piacere di poter vedere le molte fotografie di cui si
        vi interessi […]. Egli ha dato meno di quanto con la   conosceva l’esistenza, ricordando come il professor
        sua vasta cultura e con l’acuto ingegno avrebbe po-   Sella girovagava per la città fotografando.
        tuto dare, […] la sua figura di studioso può essere   Una mostra fu allestita nel Museo Civico in stretta
        apprezzata maggiormente da quanti lo conobbero        collaborazione fra un improvvisato  team Biellese
        personalmente”.                                       e le persone preposte al museo stesso. In seguito
           D’Ancona considerava soprattutto il  lato scien-   a questo evento, che ebbe molto successo, vi fu un
        tifico  puro  e  forse  non  poteva  conoscere  l’entità   rinsaldarsi dei rapporti, straordinariamente mai
        del lavoro  non  scientifico  di  Massimo,  i  numerosi   venuti meno, fra la ormai croata Rovigno e l’italiana
        scritti inediti; pur dandogli atto di una poliedrici-  Biella. Nacque così anche il nostro piccolo gruppo
        tà d’interessi, non dava il giusto rilievo alla raccolta   di lavoro costituito da Marina Itolli, curatrice, Elena
        dialettale con il suo progetto di vocabolario, né alla   Gallo, archivista, e Denise Venezia, segretaria, team
        competenza pianistica e musicale, e neppure poteva    tuttora attivo per la mostra attuale, a cui si aggiun-
        conoscere la vastità e qualità del suo lavoro fotogra-  sero Silvana Bellino per  l’allestimento in collabo-
        fico e delle lettere oggi trascritte e catalogate, che in   razione con Giovanni Ozino per la grafica e Mattia
        sé stesse sono scrittura di alta qualità.             Sella per la parte scientifica.
           Così  scrivendo  (affermando)  D’Ancona  aveva        All’attività  per  la  mostra  di  Rovigno  seguì  una
        però posto l’accento sulla sua vita come “opera”, co-  maggiore presa di coscienza della necessità di met-
        noscibile (accessibile?) da “coloro che lo conobbero   tere in condizione di adeguata conservazione e ar-
        personalmente”, quindi anche sul significato e sulla   chiviazione l’ampio lascito fotografico, comprensivo
        qualità  dei  suoi  rapporti  umani:  questo  mi  spinse   di circa diecimila immagini fra lastre, stampe, pro-
        ad approfondire la comprensione proprio della sua     vini e negativi di cui cinquemila stampati da Massi-
        persona.                                              mo Sella stesso in camera oscura. Si è avviato così
                                                              anche un processo di riflessione e spinta verso un’e-
        Massimo Sella fu scienziato, musicista compiuto,      splorazione più approfondita dell’intero mondo cul-
        scrittore, fotografo, imprenditore, uomo pubbli-      turale in cui egli aveva vissuto, rendendo necessario
        co, che visse e operò lontano dalla sua città, altrove.   fondare l’Associazione Testimonianze per Massimo
        Portare la sua figura alla conoscenza dei suoi con-   Sella.
        cittadini biellesi è giusta e necessaria responsabilità   Presentare l’intera persona: ecco dunque come e
        di figlia.                                            perché a questa mostra è stata data un’impostazione
           Esistono testimonianze  e testi  di tutte  queste   che andasse oltre la fotografia: ciò ha richiesto una
        sue attività e l’ampia raccolta di fotografie, di lette-  strutturazione particolare, per cui, ben adattandosi
        re, testimoniano della ricchezza e della statura della   allo spazio dato dal museo, consistente in tre stanze
        sua figura. L’estrema bravura di pianista completo    consecutive, la prima ospita l’uomo nella sua “origi-
        rimane solo nell’esperienza e nella memoria ormai     ne” più intima, la seconda l’“esperienza” professio-
        svanita di coloro che ascoltarono il suono del suo    nale, e nella terza, più grande, trova sede la mostra
        pianoforte,  anche  se  altri  musicisti  con  cui  suonò   di “fotografia” vera e propria. Vorremmo dunque sa-
        (collaborò)  scrissero  testi  celebrativi;  si  conserva   per trovare il modo di raccontare, necessariamente
        pure la locandina per un’esecuzione in cui vennero    a grandi tratti, almeno alcuni aspetti di una vita, di
        suonati in teatro a Rovigno d’Istria il concerto in Re   una personalità che merita di essere ricordata, nella
        minore di Bach e il primo concerto in Do maggiore     speranza di renderla viva, riconoscibile, utile.
        di Beethoven, entrambi per piano e orchestra, sulla      Leggiamo fra alcuni appunti che egli scrisse: “La
        quale si legge: “Il prof. Massimo Sella siederà al pia-  fotografia ha insegnato ai miei occhi a vedere più ad-
                                                              dentro nelle apparenze che ci circondano”, e ancora:
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